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A cura della Scuola Media di Spigno Monferrato

Non esiste una storia completa del paese, nonostante l'archivio storico del Comune sia molto ricco di documenti. Noi abbiamo provato a farvi visita ed a sfogliare le antiche carte. Sono estremamente interessanti per lo storico e l'archivista, ma molto faticose per il dilettante che vorrebbe subito sapere ed essere gratificato dalla lettura. I problemi di decifrazione sono molti: la calligrafia, i vari stili di corsivo utilizzati nei secoli passati, il lessico arcaico, la costruzione sintattica dei periodi, ancora latineggiante, le abbreviazioni, ecc. Forse per le suddette difficoltà o forse perchè Spigno non ha ancora rivestito un interesse particolare per gli storici, una ricostruzione storica attendibile ed unitaria, fondata sui documenti, non è ancora stata fatta.

I libri da noi consultati sono abbastanza settoriali, mettono a fuoco solo momenti ed episodi particolari, per cui ciò che si sa della storia di Spigno il più delle volte viene ricavato da testi che trattano di altri paesi o altri argomenti.

Abbiamo visto:
La "charta" di fondazione e donazione dell'abbazia di San Quintino in Spigno, di Bernardino Bosio, 1972;
Le streghe di Spigno di Leonello Oliveri, 1996;
L'evoluzione politico - territoriale dell'Alta Valbormida dall'anno 1000 al 1814 di Stefano Ticineto, 1996;
Pareto - Roccaforte sull'Appennino di Giovanni Parola.

Così, nonostante ci ripromettiamo di ritornare in archivio per indagare e sperare di trovare qualche scritto alla nostra portata, ci accontententiamo, per ora, di presentare qui due documenti dattiloscritti fornitici dal parroco, ma dei quali non si conosce la fonte certa, nè la data di redazione. Uno di questi è intitolato Notizie varie del paese tratte da un manoscritto della signora Ghiglione.

Come vedrà il lettore, si tratta di un testo che riassume molto sinteticamente tutta la storia di Spigno, dall'epoca romana al 1861, e all'interno di questo documento si fa riferimento ad un altro scritto che descrive invece in modo assai dettagliato un particolare della storia del paese: l'Episodio dei farabutti.

Di questo episodio, per la verità, ricercando qualche fonte storica presso alcune famiglie spignesi, abbiamo rinvenuto varie versioni, sostanzialmente coincidenti nell'esposizione dei fatti, ma leggermente diverse nella forma stilistica, lessicale e sintattica.

L'impressione che abbiamo avuto è che, partendo da qualche originale manoscritto, i vari redattori dei dattiloscritti successivi, o per rendere più comprensibile la lettura o per correggere eventuali errori del testo originario, abbiano aggiustato il testo a loro piacimento. Così saremmo tentati di fare anche noi se dovessimo ricopiarli per nostro uso e consumo, per nostro diletto. Vogliamo invece semplicemente recar testimonianza di ciò che abbiamo trovato; per cui trascriviamo fedelmente il dattiloscritto così com'e, anche se qualche piccola correzione renderebbe senz'altro più agevole la lettura; ma desideriamo non privare il lettore del piacere della scoperta, dell'arrovellarsi per mettere insieme le tessere di un discorso che il primo amanuense forse ha scritto sotto la spinta emotiva degli avvenimenti, quasi un diario, o forse ha ricreato raccontando i fatti più e più volte, o forse ancora, quale "Omero" spignese, ha steso sulla carta le narrazioni orali degli antenati.

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